venerdì 22 giugno 2007

Sette udienze su dieci si chiudono con un rinvio

Solo il 28,6% dei processi si conclude - come previsto dal codice penale - in una sola udienza. Il restante 69,7% viene rinviato.

Tra le cause dei rinvii:

9,2% per assenza del giudice o per precarietà del Collegio Giudicante

1,8% per mancanza del fascicolo del pm o del dibattimento, assenza dell’interprete, mancanza del trascrittore, indisponibilità dell’aula

3,2% per incompetenza territoriale o del giudice

13,4% per omessa o irregolare notifica della citazione all’imputato (7,8%), al difensore (3,6%), alla parte offesa (2%)

"Sono risultati preoccupanti - ha spiegato Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes - anche perché la gran parte dei ritardi sono dovuti alla cattiva organizzazione degli uffici, e non - come sostengono alcune teorie - alle azioni della difesa che cerca di rallentare il processo".

"Il problema non sono le garanzie previste dal codice, il problema è il naufragio del vetusto sistema delle notifiche e la mancanza di informatizzazione", spiega Gian Domenico Caiazza, presidente della Camera Penale di Roma.

Fonte: «Indagine sul processo penale» dell’Eurispes. Monitorati 1600 processi penali a Roma tra aprile e maggio 2007

1 commento:

Cooper ha detto...

Per me il tutto è riassumibile in pochi punti:

1) mancanza di meritocrazia
2) ritorno alla media.

Non è detto che nella giustizia non ci sia chi lavora, ma come dappertutto in Italia c'è un sacco di gente che una volta preso lo stipendio (dorato) non fa più una mazza! Le persone tendono ad assestarsi sulla media, perchè non ci son premi a chi fa meglio, anzi... magari si è visti di cattivo occhio!
cmq non è un problema a mio avviso facilmente risolvibile. E' insito nella cultura italiana, la cultura del "non mi va di lavorare, tanto c'è qualcuno che lavora per me".

So che è riduttivo, ma è difficile parlarne in un commento