sabato 17 novembre 2007

Le "innamorate" di Marquez censurate in Iran

I primi lettori iraniani, ritrovandosi fra le mani l' ultimo romanzo di Gabriel García Márquez, Memoria delle mie puttane tristi, non devono aver creduto ai propri occhi. Proprio là, a Teheran e Qom, sotto l' ala puritana dei mullah, si vendeva in lingua farsi l' opera trasgressiva del grande Gabo (nella foto), dove si racconta l' amore di un assatanato novantenne per una «adolescente vergine» di 14 anni. Unica prudenza: la sostituzione del termine «puttane» con il più casto «innamorate». Ovvio che le cinquemila copie della tiratura siano andate a ruba, e altrettanto scontato che dopo tre settimane il regime se ne sia accorto. Risultato: vietato ristampare il romanzo e licenziamento immediato dell' incauto funzionario editoriale. Con tante scuse del ministero della Cultura per «l' errore burocratico». Troppo tardi, tuttavia, per evitare che la favola metropolitana si diffondesse fulminea fra intellettuali e studenti: gli stessi che a suo tempo, per aggirare la censura contro il celebre Cent' anni di solitudine si erano affrettati a comperarne tutte le copie disponibili al mercato nero. Ma si sa, niente come le dittature riesce a trasformare i più innocui romanzi in aneliti irresistibili di libertà.

D. Fertilio, Corr. 16/11/07

«Mafia, lo Stato ci discrimina»

«Dopo tante promesse, l' ennesima mortificazione, lo Stato ci discrimina». Così alcuni familiari di vittime della mafia hanno protestato ieri a Palermo per la mancata approvazione di un emendamento della Finanziaria che equipara le vittime di Cosa nostra e quelle di terrorismo. Tra loro Sonia Alfano, figlia di Beppe, giornalista ucciso l' 8 gennaio ' 93.

Quello che non si doveva dire su Enzo Biagi

Triste il Paese che ha bisogno di comici.

http://www.la7.it/intrattenimento/dettaglio.asp?prop=decameron&video=5633

giovedì 15 novembre 2007

Telecom, ritardo su scelta vertici distrugge valore

di Mathias Wildt

MILANO (Reuters) - Il ritardo dei nuovi azionisti di controllo di Telecom Italia nella scelta del management sta colpendo la capitalizzazione del titolo e il morale dell'azienda.

Lo sostengono alcuni analisti e investitori interpellati da Reuters, mentre continua l'attesa circa la possibile sostituzione degli AD e presidente, Riccardo Ruggiero e Pasquale Pistorio.

Telefonica, Intesa Sanpaolo, Generali, Mediobanca e la famiglia Benetton hanno concluso lo scorso aprile l'accordo con Olimpia per il passaggio del controllo della tlc alla holding Telco. Il closing dell'operazione è avvenuto il 25 ottobre dopo l'ok condizionato dell'antitrust brasiliano circa il ruolo di Telefonica.

"Non è un avvio propizio" commenta Robert Grindle, analista di Dresdner Kleinwort. "Non aiuta né il morale del gruppo, né gli azionisti".

Il titolo Telecom ha perso il 6% dall'inizio dell'anno, a fronte del +41% di Telefonica, +22% di France Telecom e +6% di Deutsche Telekom, nonostante i margini della società italiana siano più ampi delle rivali francese e tedesca.

"I nuovi azionisti hanno distrutto valore" dice Alessandro Frigerio, fund manager di Rmj.

Secondo il gestore ha avuto un ruolo anche il conflitto tra i colossi bancari Intesa Sanpaolo e Unicredit, che non è azionista ma possiede temporaneamente il 18% di Mediobanca.

"In Telecom abbiamo uno scontro frontale tra Unicredit e Intesa" afferma Frigerio. "Mediobanca e Generali non possono approvare un AD di Telecom Italia che non sia approvato da Profumo".

Per mesi sui media è stata aggiornata una lista di potenziali candidati che vede in prima fila per il ruolo di AD l'ex AD di Eni e presidente della stessa Telecom Franco Bernabè, per quello di presidente l'ex presidente di Mediobanca Gabriele Galateri di Genola.

Secondo il quotidiano Finanza e Mercati, se lo stallo perdurasse Generali sarebbe pronta a vendere a Telefonica la propria partecipazione.

L'AD della società spagnola, Cesar Alierta, fa parte del board di Telecom in rappresentanza del 10% indirettamente in mano al suo gruppo che secondo gli analisti sarebbe orientato ad ampliare.

"Un consorzio di azionisti non è una buona ricetta per un processo decisionale rapido" conclude Grindle. "Speriamo che questo non sia un modello per il futuro".

martedì 13 novembre 2007

Indagato Landolfi, presidente vigilanza Rai

MONDRAGONE (Caserta) - Nell’inchiesta Eco4, che ieri ha portato a sei nuovi arresti e nella quale sono coinvolte 19 persone, tra cui il sindaco di Mondragone Ugo Alfredo Conte (la richiesta di arresto è stata rigettata dal gip), è indagato anche Mario Landolfi, parlamentare di An, ex ministro delle Comunicazioni, coordinatore regionale del partito ed attuale presidente della commissione di vigilanza Rai, nativo e residente del comune casertano. Secondo le accuse, Landolfi - in accordo con il sindaco Conte, il presidente del consorzio intercomunale Ce4 (di cui l’Eco4 è il braccio operativo per la raccolta e smaltimento rifiuti) Giuseppe Valente, i fratelli Sergio e Michele Orsi (ritenuti amministratori “di fatto” dell’Eco4) – avrebbe avallato le dimissioni di un consigliere comunale, Massimo Romano, al quale sarebbe stato promesso in cambio un posto di lavoro nella Eco4 per la moglie e il fratello poliziotto. I reati ipotizzati dalla Dda sono di concorso in corruzione e truffa aggravata dal favoreggiamento camorristico. L’inchiesta è partita alcuni anni fa e riguarda i rapporti tra politica, imprenditoria e camorra nell’ambito dell’affaire per lo smaltimento rifiuti a Mondragone e in provincia di Caserta, poiché il consorzio Ce4 raggruppa 18 comuni dell’area. La prima ordinanza, emessa nell’aprile scorso, aveva portato all’arresto di Valente (domiciliari), dei fratelli Orsi e di esponenti del clan La Torre/Fragnoli già detenuti.

da pupia.tv

domenica 4 novembre 2007

Il romanzo è il ponte tra le civiltà

di Amos Oz

Se acquistate un biglietto per viaggiare in altri Paesi, andrete ad ammirare i monumenti, i palazzi e le piazze, i musei, i paesaggi e i siti storici. Se siete fortunati, avrete forse l' occasione di scambiare anche quattro parole con la gente del posto. Poi farete ritorno a casa, portandovi dietro una manciata di fotografie e cartoline. Ma se leggete un romanzo, sarà come comprare un biglietto che vi condurrà nei recessi più intimi di un' altra terra e di un altro popolo. Leggere un romanzo straniero è un invito a visitare la casa di altre persone e i luoghi privati di un' altra realtà. Se siete solo un turista, potreste soffermarvi lungo una strada per osservare una vecchia casa, nella città vecchia, e scorgere forse una donna che guarda dalla finestra. Poi vi girate e vi allontanate. Se siete un lettore, vedrete anche voi quella donna che guarda dalla finestra, ma sarete accanto a lei, in quella stanza, nei suoi pensieri. Se leggete un romanzo straniero, sarete realmente invitati nei salotti di altre persone, nei loro uffici e nelle loro scuole, fin nelle loro stanze da letto. Sarete invitati a condividere le loro tristezze segrete, i momenti di gioia in famiglia, i loro sogni. È per questo che io credo che la letteratura sia un ponte gettato tra i popoli. Sono convinto che la curiosità può essere una virtù morale. Sono convinto che immaginare l' altro può essere un antidoto al fanatismo. Immaginare l' altro farà di voi non solo uomini migliori nel lavoro o nell' amore, ma vi trasformerà in esseri umani migliori. La tragedia tra Ebrei e Arabi consiste in parte nell' incapacità di così tanti di noi, Ebrei e Arabi, di immaginare l' altro. Immaginare l' altro realmente: negli amori, nelle paure tremende, nella rabbia, nella passione. Tra noi prevale l' ostilità, scarseggia invece la curiosità. Ebrei e Arabi hanno qualcosa di essenziale in comune: in passato sia gli uni che gli altri sono stati trattati, con disprezzo e brutalità, dalla mano violenta dell' Europa. Gli Arabi attraverso l' imperialismo, il colonialismo, lo sfruttamento e le umiliazioni. Gli Ebrei attraverso la discriminazione, le persecuzioni, le espulsioni e infine lo sterminio di massa. Si potrebbe pensare che due vittime, specie due vittime del medesimo oppressore, avrebbero sviluppato tra di loro un senso di solidarietà. Ahimè, non funziona così, né nei romanzi né nella vita. I peggiori conflitti infatti si scatenano spesso tra le vittime dello stesso oppressore: i figli di un genitore violento non provano necessariamente simpatia l' uno per l' altro. Anzi, spesso vedono nell' altro il riflesso del loro carnefice. Ed è proprio così tra Ebrei e Arabi in Medio Oriente. Mentre gli Arabi considerano gli Israeliani gli ultimi crociati, un' estensione dell' Europa bianca e colonizzatrice, molti Israeliani, da parte loro, vedono negli Arabi la nuova incarnazione dei loro antichi oppressori, incitatori di pogrom e nazisti. Questa situazione fa ricadere sull' Europa una speciale responsabilità per la soluzione del conflitto arabo-israeliano: anziché rimproverare e ammonire ora questi, ora quelli, gli europei dovrebbero estendere solidarietà, comprensione e aiuti agli uni e agli altri. Non occorre più scegliere se essere a favore di Israele o a favore della Palestina: è necessario essere a favore della Pace. Forse la donna alla finestra è una palestinese di Nablus. Forse un' ebrea israeliana di Tel Aviv. Se volete aiutare a ristabilire la pace tra queste due donne alle finestre, fareste meglio a informarvi su di loro. Leggete i romanzi, cari amici, vi insegneranno molte cose. È giunto il momento che persino ciascuna di queste due donne si informi meglio sull' altra. Per imparare, infine, che cos' è che riempie l' altra donna alla finestra di paura, rabbia, speranza. Certo non intendo affermare che la lettura dei romanzi può cambiare il mondo. Ma suggerisco, e ne sono fermamente convinto, che la lettura dei romanzi è uno dei modi migliori per capire che tutte le donne, a tutte le finestre, con ansia e trepidazione, non aspettano altro che la pace.