sabato 17 novembre 2007

Le "innamorate" di Marquez censurate in Iran

I primi lettori iraniani, ritrovandosi fra le mani l' ultimo romanzo di Gabriel García Márquez, Memoria delle mie puttane tristi, non devono aver creduto ai propri occhi. Proprio là, a Teheran e Qom, sotto l' ala puritana dei mullah, si vendeva in lingua farsi l' opera trasgressiva del grande Gabo (nella foto), dove si racconta l' amore di un assatanato novantenne per una «adolescente vergine» di 14 anni. Unica prudenza: la sostituzione del termine «puttane» con il più casto «innamorate». Ovvio che le cinquemila copie della tiratura siano andate a ruba, e altrettanto scontato che dopo tre settimane il regime se ne sia accorto. Risultato: vietato ristampare il romanzo e licenziamento immediato dell' incauto funzionario editoriale. Con tante scuse del ministero della Cultura per «l' errore burocratico». Troppo tardi, tuttavia, per evitare che la favola metropolitana si diffondesse fulminea fra intellettuali e studenti: gli stessi che a suo tempo, per aggirare la censura contro il celebre Cent' anni di solitudine si erano affrettati a comperarne tutte le copie disponibili al mercato nero. Ma si sa, niente come le dittature riesce a trasformare i più innocui romanzi in aneliti irresistibili di libertà.

D. Fertilio, Corr. 16/11/07

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