venerdì 29 giugno 2007

Emergenza rifiuti?

I quattro paradossi dei rifiuti a Napoli, spiegati da Giuseppe D’Avanzo di Rep.

1. non esiste alcun ciclo rifiuti in Campania
2. il commissario straordinario non conta nulla
3. ci sono circa 12 miliardi di euro a disposizione per venir fuori dalla crisi
4. l’emergenza conviene

Dpef, un inutile rito

«Il Dpef è inutile, è una metodologia sorpassata per produrre decisioni di politica economica. Serve solo a intasare i lavori delle Camere e a promuovere il festival delle dichiarazioni. Basterebbe una semplice mozione parlamentare di poche righe che contenesse l’entità della correzione di bilancio che si apporta a fine anno con la legge Finanziaria. E tutto sarebbe più lineare».
Da uno «spunto» del Corr. di oggi

giovedì 28 giugno 2007

Non nel mio giardino

Oltre il 90% dei cantieri aperti subisce una contestazione. In un caso su due è efficace: il cantiere si blocca. E’ la sindrome NIMBY, not in my back yard, non nel mio giardino. Discariche, termovalorizzatori, centrali eoliche vanno bene, ma soltanto se costruite lontano da casa. Poi però ci lamentiamo dei troppi rifiuti e della poca energia pulita prodotta.

“Le proteste bloccano un cantiere su due” di G. Santucci, Corr. 28/6/07

mercoledì 27 giugno 2007

Usura: 12 miliardi di interessi ogni anno, 4 condannati su 5 a piede libero

12 miliardi di euro gli interessi pagati ogni anno dalle vittime agli usurai

25.000 numero stimato di usurai
150.000 i commercianti vittime dell’usura
105.000 i negozi chiusi per usura negli ultimi 5 anni
130.000 vittime dell’usura a Roma e provincia

6.163 procedimenti giudiziari per usura dal 2000 al 2006
9.786 persone denunciate per usura dal 2000 al 2006
20% dei procedimenti per usura finiscono con una prescrizione
79% dei condannati per usura resta a piede libero

Fonte: Rep.

Le vite degli altri

Aveva un archivio cartaceo e informatico con dossier su magistrati, politici e giornalisti. Secondo la procura di Roma, il Sismi perseguiva «scopi palesemente diversi da quelli istituzionali». Con l’aggravante di aver agito «al fine di far commettere o far commettere a terzi diffamazioni, calunnie e abusi di ufficio in danno di soggetti ritenuti di parte politica avversa». Niccolò Pollari, direttore del Sismi, e il suo collaboratore Pio Pompa sono indagati per peculato e abuso d’ufficio.

“Così spiavano pm e politici” di Carlo Bonini, Rep. 27/6/07

Su impresa e lavoro aliquote più alte che in Europa

Le aziende italiane sono tra le piu' tartassate d'Europa. Nel 2007 l'aliquota massima sul reddito di impresa nel nostro Paese è al 37,3% (dati Eurostat). Ben al di sopra della media Ue (24,5%) e di quella della zona euro (28,5%). L'Italia è ai primi posti anche per la pressione fiscale complessiva sul lavoro, compresi i contributi sociali: nel 2005 e' stata del 43,1%, contro il 35,2% della media Ue.
Intanto la Corte dei Conti fa sapere che «la finanza pubblica regge solo per l’impennata delle entrate».

Dino Risi, un malinconico a cui piace ridere

L’intervista a Dino Risi di Giancarlo Dotto (Stampa, 27/6/07)

«E ora vado a farmi due uova al tegamino». Un novantenne in jeans che si congeda così e se ne va in cucina a farsi davvero due uova al tegamino in un afoso mezzodì romano, senza bisogno di un prete o di una badante, è più di una risposta minimalista alla presunta tragedia della decadenza. E' semplicemente scoraggiante Dino Risi, classe 1916, milanese di nascita e romano di adozione. Non ha ancora l'età delle palpebre pesanti, delle ginocchia tremanti e delle notti insonni, nonostante sincopi e collassi sparsi. E non si annoia nell'appartamento del residence dove vive da più di trent'anni. Riceve gente, belle donne possibilmente, i figli, amici, quei pochi che restano. Il caso vuole che lo troviamo, Dino Risi, assorto sul titolo di un quotidiano «Anche un sorpasso può essere un peccato». Da manuale. Qualche volta il nostro è un mondo perfetto. Lui ci scherza su: «La Chiesa non sa più cosa inventarsi per acchiappare nuovi clienti. Mi sa che mi devo costituire, ho promosso un'azione delittuosa». Solo come regista o anche come autore di sorpassi audaci?«Sono un pessimo guidatore, pericoloso per me e per il prossimo. Anche Gassman guidava malissimo. Spericolato, distratto, voleva fare il mattatore pure al volante». Mario Monicelli non ci vede quasi più, eppure continua a lavorare.«E' di un anno più vecchio di me, ma è una roccia, non ha paura di niente. Va dappertutto, dalla Cina al deserto. Una volta mi fa : "Non farmi lo scherzo di morire dopo me". L'ho tranquillizzato. Io non vedo l'ora di andarmene».Vive in un residence per sentirsi provvisorio?«Ero venuto per starci una settimana e ci vivo da 35 anni. Mi piace isolarmi. Da piccolo volevo fare il guardiano del faro. Questo è come un faro, guardo dalla finestra il mondo o l'assenza di mondo».Il passato, Claudia.«Mia moglie. Le dissi un giorno: non ci prendiamo più di tanto, meglio lasciarci. Mi rispose: ti faccio le valigie». Il presente, Leontine.«Il mio grande amore. E' la mamma di Nathalie Caldonazzo, era la regina di Giannutri, sposata con un truffatore. Non viviamo insieme per scelta, sarebbe già una storia finita». La pace dei sensi?«Una balla. I sensi si sviluppano invecchiando, si torna come i bambini di tre anni, il massimo della pulsione sessuale secondo Freud. Le donne sono sempre state un'ossessione per me». Le ha contate come Don Giovanni e John Holmes?«Da giovane frequentavo i casini e le donne di vita non si contano».George Simenon le contava le donne di vita. «Più di ventimila. Quando finiva un romanzo, ne caricava tre in macchina e se le portava nella sua casa in collina».Ha rischiato da giovane di fare lo psichiatra.«Sei mesi al manicomio di Voghera, prima di Basaglia. Una fossa dei serpenti. Sono scappato. Ma la pazzia è interessante quando non devi curarla, è una sorprendente lettura delle cose».Le piacciono gli italiani?«Mi piace la gente comune. Mi piacciono i falliti. Io sono un fallito. Nanni Loy mi diceva: “Tu sei un fallito riuscito, io un fallito e basta"».Civetterie. «Non so fare niente. Il cinema mi ha salvato, il successo immeritato, le donne. Non so nemmeno girare bene, mio figlio Marco, lui sì gira bene. Non oso dirlo nemmeno a me stesso ma mi considero un cretino». Cineasta per vocazione?«No, per caso. Incontro Lattuada che fa l'aiuto a Mario Soldati. Serviva un assistente, “vieni tu”, mi fa. Mi ritrovai nel set di "Piccolo mondo antico"». Protagonista Alida Valli.«Me ne innamorai subito, ricambiato. Uno spiantato senza arte né parte come me, erano tutti incazzati a partire da Mario Soldati che era pazzo di Alida. Una sera mentre stavamo in intimità ad ascoltare Frank Sinatra vediamo uscire del fumo da un tappeto arrotolato. Era Soldati che si era nascosto nel tappeto per spiarci. "Non capisco come sono finito qua dentro", urlò. Soldati non parlava, urlava». Come andò con Alida? «La presentai a mia madre a Milano, poi l'accompagnai al treno. “Ti chiamo domani”, mi disse. L'ho rivista dopo trent'anni».Si è definito un malinconico a cui piace ridere.«Mi sono divertito molto. Ma sono un crepuscolare che aspira al batticuore quando sale le scale dell'amata».Ha amato anche le sue attrici? «Le attrici mi annoiano, sempre al trucco, sempre troppo concentrate su se stesse. Ebbi una storia con Anita Ekberg all'apice della sua bellezza. M'inventai un film per conoscerla. Si chiamava "Porte chiuse". Un fiasco. Rizzoli mi disse: ma con tutti i film di successo proprio con me dovevi fare una robaccia del genere?».Da dove si comincia con una come la Ekberg tra le braccia?«Impresa faticosissima. Era come realizzare un sogno da bambino. Alla Ekberg piaceva molto fare sesso e bere. L'ho risentita un anno e mezzo fa, mi chiese una copia del libro, "I miei mostri", in cui parlavo anche di lei. Mi spedì un biglietto: “Tu piccolo uomo, grande stronzo"».Tutte le altre che ha diretto?«Monica Bellucci è la nuova Silvana Mangano. Ornella Muti aveva questi occhi penetranti. La Loren era solare, allegra, molto nature ma anche molto professionale e poi ricordo Catherine Deneuve. Mi spedì una lettera d'insulti. M'accusava d'averla trascurata. Era vero, non mi occupavo molto delle attrici sul set». Più interessanti gli attori?«Con Gassman e altri facevamo la classifica degli attori cani. Presidente dei cani era Gregory Peck. Laurence Olivier era il re dei cani inglesi. Anche Vittorio era un po' cane, glielo dicevo per scherzo ma non troppo. Così impostato, stentoreo. Imparò molto da Ugo Tognazzi, che era un grande attore naturale».Alberto Sordi e Nino Manfredi.«Grandissimo Sordi. Manfredi era noiosissimo, mi bussava alle tre di notte per correggere una frase del copione. Lo chiamavo l'orologiaio. Ma il più grande di tutti era Vittorio De Sica».Il Dino Risi più grande di sempre?«Forse quello di "Una vita difficile", ma il merito è tutto di Sordi, fu la sua più grande interpretazione. "Profumo di donna" ebbe due nomination all'Oscar, lo rifece Al Pacino, ma Gassman in quel ruolo era più bravo di Pacino».Li vede i film di suo figlio Marco?«Quello su Maradona mi è piaciuto molto, ma il mio preferito è "L'ultimo capodanno" che non ha fatto una lira. Anche l'altro figlio, Claudio, ci sa fare con la macchina da presa, ma lui ha difficoltà a socializzare. Nel cinema si deve essere un po' mascalzoni e ruffiani».I francesi stravedono per Dino Risi.«I francesi amano la nostra semplicità, salvo poi caricarla di significati astrusi».La vita mancata.«Avrei voluto fare il matematico o suonare a orecchio Chopin. Mio padre voleva fare di me un violinista alla Scala. Per fortuna morì e io mi liberai del violino».

martedì 26 giugno 2007

I furbetti del conventino

La Chiesa versa soltanto il 5 o il 10 per cento del dovuto allo Stato con una perdita dell’erario di almeno 400 milioni di euro ogni anno. Il beneficio dell’Ici si estende anche agli immobili commerciali: per essere esentati è sufficiente che un cinema, un albergo, un ristorante siano vicini a una chiesa.
La Corte Costituzionale ha bocciato nel 2004 il vantaggio fiscale agli enti ecclesiastici, ma il beneficio è resuscitato col governo Berlusconi nel 2006, prima delle elezioni. I decreti Bersani 2006 hanno lievemente limitato le esenzioni, ma di fatto l’Ici continua a non essere pagata. Come dice Curzio Maltese (qui l’art. su Rep. 25/6/07), “c’è chi in Italia è abituato a ottenere privilegi da qualsiasi governo e autorizzato a non pagare il fisco, ma sul quale nessuno osa moraleggiare. Pena l’accusa di anticlericalismo”. Ma l’Unione Europea non si fa problemi: sarà aperta una procedura di infrazione per violazione delle norme sulla concorrenza. Ma – avverte Maltese – “ un’infrazione in più o in meno non cambia molto. (…) Quale che sia la decisione, i governi italiani troveranno sempre modi di garantire un paradiso fiscale assai poco mistico alla Chiesa”.

lunedì 25 giugno 2007

Grandi opere, piccolo avanzamento

In sei anni eseguiti lavori per il 9% del costo totale previsto. Lo dice la Corte dei Conti.

“Grandi opere al rallentatore”, G. Trovati, Sole 24 Ore, 25/6/07

Non sappiamo quasi nulla della materia dell’universo

“La scoperta più sorprendente e più recente è che la materia normale (fatta di protoni, neutroni e d elettroni) costituisce solo una minima porzione della massa totale dell’universo. Anche aggiungendo alla massa che vediamo otticamente la massa molto più grande presente in forma di gas ad altissima temperatura nello spazio intergalattico e rivelata dalla sua emissione in raggi x, possiamo ottenere solo il 3% della massa totale che crediamo esista nell’universo. Cosa è la materia che manca? Il 27% è in forma non osservabile finora, eccetto che per i suoi effetti gravitazionali. Il 70% è dovuto a un nuovo fenomeno di cui ancora non comprendiamo la natura e che viene interpretato come un’energia repulsiva”.

Riccardo Giacconi, premio Nobel per la fisica 2002 (Domenica del Sole 24 Ore, 24/6/07)

domenica 24 giugno 2007

Deficit sanitario: infermieri in malattia, pazienti pure

La sanità della Regione Lazio ha un deficit di 10 MILIARDI di euro. Il piano di rientro dal passivo prevede il blocco dei concorsi e del turn over. Risultato? Al San Filippo Neri di Roma in due giorni 115 infermieri si sono messi in malattia: protestano contro i turni di lavoro "massacranti". Difficile dire se abbiano ragione oppure no (per legge hanno diritto a 11 ore di riposo tra un turno e l'altro). Certo è che l'inefficienza del sistema sanitario ricade alla fine su chi malato lo è per davvero.

Stessa situazione in altri ospedali laziali e sardi. E presto i disagi raggiungeranno la Lombardia: il Pirellone ha già chiesto al ministero del Lavoro deroghe alla regola delle 11 ore per coprire i turni. Non resta che sperare di star bene nei prossimi giorni. Facile prevedere altre sale operatorie chiuse e altri interventi rimandati. Tutto questo nel silenzio della politica: anche loro assenti giustificati? Nella campagna elettorale Usa (come dice Massimo Gaggi sul Corsera di oggi) il tema più gettonato dopo l'Iraq è proprio la sanità. Anche lì è un disastro, ma almeno se ne parla.

Il buco dei derivati Italease: duemila clienti tremano

Oltre duemila clienti di banca Italease rischiano di perdere grosse cifre. Avevano chiesto un mutuo o un finanziamento, si sono ritrovati a possedere derivati legati ai tassi (che ora stanno salendo). Ma non tutti i clienti sono uguali: l'immobiliarista Giuseppe Statuto è riuscito a vendere gran parte dei derivati in suo possesso una settimana prima delle indiscrezioni sull'esposizione della banca. La Consob sta indagando.

Vittorio Malagutti dell'Espresso ha spiegato come venivano collocati i derivati di Italease. Articolo intero qui.

"Insieme al prestito c'è una polizza sui tassi", spiegavano pazienti gli impiegati allo sportello. In sostanza, ai clienti interessati a un mutuo oppure a un finanziamento in leasing veniva proposto l'acquisto di un paracadute finanziario in grado di proteggerlo da eventuali rialzi dei tassi d'interesse.

Morale della storia: gli imprenditori, dall'artigiano fino al grande immobiliarista, compravano fiduciosi prodotti dai nomi complicati: Interest rate swap (Irs), Cap in & out, Atlantic swap, giusto per citare alcune delle sigle più diffuse. Mentre gli istituti di credito, oltre al rendimento del prestito, sono riusciti a incassare laute commissioni sui contratti accessori. I profitti però non erano uguali per tutti. Di norma i derivati più complessi garantiscono maggiori provvigioni. Come dire che la forza vendita è di fatto incentivata a spingere sui contratti più rischiosi.

Infine, anche il grossista vuole la sua parte. Nel senso che i prodotti piazzati alla clientela spesso vengono confezionati dalle grandi merchant bank internazionali, che a loro volta ricevono un compenso dalla banca acquirente. Un esempio concreto: secondo indiscrezioni, Italease collocava strumenti speculativi venduti da Lehman. Ovvero il colosso statunitense che nel 2004 fece da consulente (insieme a Mediobanca) per lo sbarco in Borsa dell'istituto milanese specializzato nel leasing. Un successone. Nel giro di due anni la quotazione si è moltiplicata per cinque rispetto al prezzo di collocamento. La cavalcata al rialzo è proseguita fino al disastroso incidente sui derivati, che adesso rischia di innescare una reazione a catena.
(...)
Sul mercato però circola di tutto. Migliaia di investitori hanno comprato prodotti esotici, così li definiscono gli addetti ai lavori, che perfino gli esperti hanno difficoltà a gestire. I derivati, infatti, sono regolati da meccanismi molto sofisticati e, proprio come certi orologi antichi, vanno maneggiati con estrema cautela. Creati in base a modelli matematici prevedono un'infinità di varianti. Il gioco delle leve finanziarie e delle cosiddette barriere può funzionare come moltiplicatore dei guadagni ma anche delle perdite. Soprattutto in una fase di movimenti repentini dei mercati. E gli ultimi mesi, con le ripetute manovre al rialzo dei tassi decise dalla Banca centrale europea, hanno creato le condizioni ideali perché molti apprendisti stregoni finiscano per bruciarsi le dita.

sabato 23 giugno 2007

Mediobanca,un passo avanti e due indietro

Nessun giornale italiano ha scritto queste cose su Mediobanca, Geronzi, Profumo, Draghi. L’ha fatto l’Economist.

  • L'età media dei candidati al consiglio di sorveglianza di piazzetta Cuccia è di 57 anni e tra questi mancano nomi americani, nonostante le dichiarate ambizioni di muoversi all'estero.
  • Troppe cose sono anacronistiche, specialmente il futuro presidente Cesare Geronzi che ha una scarsa esperienza internazionale e viene da quel mondo romano da cui Mediobanca ha sempre mantenuto una salutare distanza.
  • Mr Geronzi ha anche problemi di natura giudiziaria.
  • Mediobanca dovrebbe essere oggetto di uno 'spezzatino' delle sue diverse attività ma questo non accadrà perché è governata da un patto di cui Capitalia e Unicredit sono i membri più importanti. Il potere di questi patti è il chiaro segnale di come il sistema bancario italiano non ha ancora raggiunto la modernità.
  • Non getta una buona luce il fatto che Alessandro Profumo appoggi Geronzi e che Mr Draghi chiuda un occhio sui suoi problemi giudiziari.

Nello stesso giorno il Corriere della Sera ha trovato più opportuno citare un altro articolo dell’Economist, quello sulla Barilla “prima pasta negli Usa”. Va bene, tutti sanno che Mediobanca è il primo azionista di Rcs-CorrieredellaSera: ma alla decenza c’è un limite.

Il pezzo dell’Economist inizia così:

"Nel coro di lodi per la giovane generazione che sta traghettando il sistema bancario italiano nel ventunesimo secolo, è stato facile non notare qualche nota dissonante". Fin troppo facile.





L'articolo originale dell'Economist

One step forward, two steps back Jun 21st 2007

Thumbs down for Italy's supposedly shining new breed of bankers

AMID the loud chorus of approval for the youngish crowd dragging Italy's banking system into the 21st century, it has been easy to miss a few dissonant notes. Though Mario Draghi, the central-bank governor, has approved cross-border takeovers, so far foreign banks are not at the top of the league. And the older generation of bankers, who for decades ran Italian banks like a gentlemen's club, still seems to call too many of the shots. How else to explain the goings on at Mediobanca, a renowned Milanese investment bank? It had recently started to shake off the legacy of its powerful founder, Enrico Cuccia, only to find itself in thrall to another old-style capitalist, 72-year-old Cesare Geronzi. On June 27th Mediobanca's shareholders are due to approve articles of association that will establish a dual structure of supervisory and management boards. Mediobanca's managers hope that the new structure will allow them freedom to expand abroad and to increase activities like proprietary trading at home. Alas, the list of candidates for the supervisory board has an average age of 57, not much lower than that of the present board; and for a bank with international ambitions, there is a conspicuous lack of American names. Too many look like anachronisms, especially the prospective chairman, Mr Geronzi, who chairs Capitalia, an Italian bank that agreed to be taken over by its bigger rival, UniCredit, in May. He appears to owe his job at Mediobanca to Alessandro Profumo, boss of UniCredit, even though Mr Geronzi is more at home in the political hurly-burly of Rome, from where Mediobanca has always kept a healthy distance, and has little international experience. Mr Geronzi also has legal problems. In December he was sentenced to a year and eight months in prison, against which he is appealing, for involvement in a corporate bankruptcy. Courts in Rome and Parma are expected to decide in July on Mr Geronzi's indictment for alleged responsibility in the collapse of two food companies. “Geronzi's chairmanship will send a completely wrong message. It will be a kick in the teeth for [Mediobanca],” declares John Andrew, chairman of Eidos Partners, a boutique investment bank in Milan. All of which should be unsettling for Mediobanca's managers, led by Alberto Nagel. After Mr Cuccia's death, aged 92, seven years ago, Mediobanca appeared to be doomed. It lost money in 2003, its back-room sway over business dynasties such as the Agnellis dissipated. Since then, its mergers-and-acquisitions business has bounced back, however, and in the year to July 2006 the bank made net profits of €494m ($601m). Yet it is still partly a prisoner of its past. Its consumer-credit and leasing operations sit awkwardly in an investment bank. It also has large strategic stakes in Assicurazioni Generali, Italy's biggest insurer, and in RCS Media Group, which owns Corriere della Sera, Italy's main newspaper. Together they account for more than half of its €14bn value. Mediobanca should be broken up, but that will not happen because it is governed by a shareholders' pact that has Capitalia and UniCredit as its biggest members. The power of these pacts is a clear sign that Italian banking has not yet joined the modern age. That new stars such as Mr Profumo blatantly used them to support Mr Geronzi, and Mr Draghi apparently turned a blind eye to the man's legal problems, does not reflect well on them either.

venerdì 22 giugno 2007

Sette udienze su dieci si chiudono con un rinvio

Solo il 28,6% dei processi si conclude - come previsto dal codice penale - in una sola udienza. Il restante 69,7% viene rinviato.

Tra le cause dei rinvii:

9,2% per assenza del giudice o per precarietà del Collegio Giudicante

1,8% per mancanza del fascicolo del pm o del dibattimento, assenza dell’interprete, mancanza del trascrittore, indisponibilità dell’aula

3,2% per incompetenza territoriale o del giudice

13,4% per omessa o irregolare notifica della citazione all’imputato (7,8%), al difensore (3,6%), alla parte offesa (2%)

"Sono risultati preoccupanti - ha spiegato Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes - anche perché la gran parte dei ritardi sono dovuti alla cattiva organizzazione degli uffici, e non - come sostengono alcune teorie - alle azioni della difesa che cerca di rallentare il processo".

"Il problema non sono le garanzie previste dal codice, il problema è il naufragio del vetusto sistema delle notifiche e la mancanza di informatizzazione", spiega Gian Domenico Caiazza, presidente della Camera Penale di Roma.

Fonte: «Indagine sul processo penale» dell’Eurispes. Monitorati 1600 processi penali a Roma tra aprile e maggio 2007