Oltre duemila clienti di banca Italease rischiano di perdere grosse cifre. Avevano chiesto un mutuo o un finanziamento, si sono ritrovati a possedere derivati legati ai tassi (che ora stanno salendo). Ma non tutti i clienti sono uguali: l'immobiliarista Giuseppe Statuto è riuscito a vendere gran parte dei derivati in suo possesso una settimana prima delle indiscrezioni sull'esposizione della banca. La Consob sta indagando.
Vittorio Malagutti dell'Espresso ha spiegato come venivano collocati i derivati di Italease. Articolo intero qui.
"Insieme al prestito c'è una polizza sui tassi", spiegavano pazienti gli impiegati allo sportello. In sostanza, ai clienti interessati a un mutuo oppure a un finanziamento in leasing veniva proposto l'acquisto di un paracadute finanziario in grado di proteggerlo da eventuali rialzi dei tassi d'interesse.
Morale della storia: gli imprenditori, dall'artigiano fino al grande immobiliarista, compravano fiduciosi prodotti dai nomi complicati: Interest rate swap (Irs), Cap in & out, Atlantic swap, giusto per citare alcune delle sigle più diffuse. Mentre gli istituti di credito, oltre al rendimento del prestito, sono riusciti a incassare laute commissioni sui contratti accessori. I profitti però non erano uguali per tutti. Di norma i derivati più complessi garantiscono maggiori provvigioni. Come dire che la forza vendita è di fatto incentivata a spingere sui contratti più rischiosi.
Infine, anche il grossista vuole la sua parte. Nel senso che i prodotti piazzati alla clientela spesso vengono confezionati dalle grandi merchant bank internazionali, che a loro volta ricevono un compenso dalla banca acquirente. Un esempio concreto: secondo indiscrezioni, Italease collocava strumenti speculativi venduti da Lehman. Ovvero il colosso statunitense che nel 2004 fece da consulente (insieme a Mediobanca) per lo sbarco in Borsa dell'istituto milanese specializzato nel leasing. Un successone. Nel giro di due anni la quotazione si è moltiplicata per cinque rispetto al prezzo di collocamento. La cavalcata al rialzo è proseguita fino al disastroso incidente sui derivati, che adesso rischia di innescare una reazione a catena.
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Sul mercato però circola di tutto. Migliaia di investitori hanno comprato prodotti esotici, così li definiscono gli addetti ai lavori, che perfino gli esperti hanno difficoltà a gestire. I derivati, infatti, sono regolati da meccanismi molto sofisticati e, proprio come certi orologi antichi, vanno maneggiati con estrema cautela. Creati in base a modelli matematici prevedono un'infinità di varianti. Il gioco delle leve finanziarie e delle cosiddette barriere può funzionare come moltiplicatore dei guadagni ma anche delle perdite. Soprattutto in una fase di movimenti repentini dei mercati. E gli ultimi mesi, con le ripetute manovre al rialzo dei tassi decise dalla Banca centrale europea, hanno creato le condizioni ideali perché molti apprendisti stregoni finiscano per bruciarsi le dita.
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1 commento:
questo problema dovrebbe risolversi con l'entrata in vigore della MiFID (ovviamente fatta dall'Europa, ma non ancora recepita dal governo), che dovrebbe assegnare alla clientela retail un "rating" grazie al quale le banche non possono utilizzare, vendere, o solo promuovere, strumenti derivati complessi.
il link alla Mifid è questo : http://www.borsaitaliana.it/speciali/mifid/presentazionegeneralemifid_pdf.htm
il problema è: fatta una legge, trovata la scappatoia?
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