mercoledì 11 luglio 2007

Insider trading raro in Italia. Ma è davvero così?

Solo due casi di condanna per insider trading in Italia nel 2006. Dieci casi «anomali» nell’inchiesta di M. Longo, Sole 11/7/07.

"La Consob inglese è stata la prima a lanciare l'allarme: in una fusione societaria su quattro è emerso il sospetto di insider trading. In America qualcuno parla addirittura di emergenza: il 41% delle acquisizioni annunciate in Borsa — secondo le stime di Measured Markets — ha evidenziato movimenti anomali delle azioni coinvolte nelle operazioni. E in Italia? La Consob — ha rivelato lunedì il presidente Lamberto Cardia — nel 2006 ha concluso 6 accertamenti su ipotetici casi di insider trading, formulando un'ipotesi di reato in due casi soltanto. Considerando che, secondo i dati di Thomson Financial, nel 2006 ci sono state in Italia 64 operazioni di fusione o di acquisizione di fette rilevanti di società quotate, non c'è che dire: sebbene il dato italiano sia poco confrontabile con quello estero, nel Paese dei "furbetti del quartierino" l'insider trading non sembra uno sport molto praticato.Ma è davvero così? Ci credono in pochi. «Il Sole-24 Ore» è andato a setacciare autonomamente le fusioni, le acquisizioni e gli eventi rilevanti del 2006 e del 2007, per verificare quante notizie inattese fossero state anticipate da rialzi o ribassi di Borsa. E — dopo un confronto con esperti di mercato e le stesse società coinvolte — ha selezionato una decina di casi in cui la Borsa ha profetizzato notizie future: si tratta probabilmente soltanto della punta dell'iceberg, visto che ogni anno i tecnici di Piazza Affari segnalano alla Consob decine o centinaia di casi in cui c'è il sospetto di insider trading. Eppure, per la Consob, i casi accertati si contano sulle dita di una mano: mercato "ligio" o carenza di organici per l'attività investigativa? L'ufficio della Consob che si occupa dell'insider trading ha raddoppiato gli ispettori negli ultimi due anni (ora sono in 20), per cui la risposta potrebbe essere la prima. Appare comunque strano che, senza sfere di cristallo, gli investitori di Piazza Affari prevedano il futuro meglio dei più famosi — ma forse meno ricchi — Nostradamus, Oracolo di Delfi e Sibilla Cumana.Sfere di cristallo in Borsa Nostradamus si è particolarmente impegnato venerdì 9 marzo 2007. Quel giorno il titolo Fastweb, che nelle sedute precedenti era stato abbastanza fiacco, s'illumina improvvisamente: senza particolari motivi vola infatti del 6,57% con volumi quadrupli rispetto alla media degli ultimi 2 anni. Gli operatori, durante la seduta, hanno cercato di capire perché: alcuni, intervistati dalle agenzie di stampa nel pomeriggio, hanno motivato quel rialzo improvviso con un report positivo di Morgan Stanley. Sta di fatto, però, che in tarda serata è arrivata una notizia inattesa ma ben più rilevante: l'Opa di Swisscom su Fastweb. Possibile che qualcuno abbia "annusato" l'Opa in anticipo? Impossibile saperlo. Neanche la società, contattata, ha saputo rispondere. Certo è che sul dossier lavoravano — tra banche e advisor — in tanti. Insomma: una fuga di notizie non è un'ipotesi così peregrina.Due mesi dopo Nostradamus si interessa di Marcolin. Il 22 maggio la Consob comunica che il fondo Lemanik Sicav è entrato nel capitale del gruppo con una quota del 2,34%, avvertendo che l'ingresso era avvenuto qualche giorno prima: il 17 maggio. Che questa sia una notizia in grado di muovere il titolo Marcolin lo dimostra il rialzo del 9,75% del 23 maggio, il giorno dopo l'annuncio ufficiale. Se il rialzo successivo è ovvio, appare quantomeno un po' più curioso che il titolo Marcolin abbia spiccato letteralmente il volo nei giorni precedenti al 17 maggio, appena prima che il fondo Lemanik Sicav entrasse nel capitale dell'azienda: in tre giorni, dal 14 al 16, Marcolin vola infatti del 26% a Piazza Affari con volumi 15 volte superiori alla media degli ultimi due anni. Neanche la società si è mai spiegata il motivo di quest'impennata: possibile che in parte sia dovuto agli stessi acquisti del fondo e alla consueta volatilità del titolo, ma — a detta di tutti gli esperti interpellati — il movimento resta anomalo.Altre "profezie" Molto difficile da valutare è un caso del 2006, quello di Autostrade. Il 21 aprile sul mercato si diffonde infatti la notizia — inaspettata — del tentativo di matrimonio con la spagnola Abertis. E nelle due settimane precedenti il titolo Autostrade era volato del 12,5% con volumi molto sopra la media. Su questo caso anche la Consob in quei giorni accese un "faro". L'indagine è stata però difficile: il 24 aprile, infatti, Autostrade aveva staccato il dividendo e questo normalmente (era accaduto anche nel 2005) aumenta i volumi in Borsa. L'istruttoria della Consob si è dunque scontrata su questo fattore "esterno", ma — secondo quanto risulta — ancora non l'ha archiviata.Beni Stabili, per tornare al 2007, è stato invece oggetto di "profezie" il 19 febbraio scorso. Quel giorno la società annuncia al mercato della fusione con Foncieres des Regions. L'accordo tra le parti — si legge oggi nel prospetto informativo — era stato raggiunto due giorni prima, cioè sabato 17 febbraio. E nessuno lo sapeva. Nessuno, ovviamente, tranne Nostradamus: il titolo Beni Stabili, infatti, nei giorni precedenti aveva spiccato il volo. Dal primo al 16 febbraio il titolo sale dell'8,2% con un Mibtel invariato e un indice settoriale (il Real Estate in cui Beni Stabili pesa per il 21%) in rialzo del 4,9%. Il balzo più deciso avviene tra il primo e il 7 febbraio: Beni Stabili +8,4% e indice Real Estate +3,4%. Forti, in quei giorni, anche i volumi. Motivo? Nessuno. Neanche la società stessa ha saputo spiegarlo. Insomma: Nostradamus ci ha azzeccato ancora.Meno eclatante, ma comunque degno di nota, anche il movimento di Marzotto. Il 17 aprile scorso (con il titolo sospeso in Borsa) Donà delle Rose annuncia il lancio di un'Opa a 3,99 euro per azione. Ma la "sfera di cristallo", per quella data, era già in azione: dal 4 al 16 aprile le azioni Marzotto, con alti e bassi, salgono dell'8,5%, anche se i volumi non sono di molto sopra la media.Le Cassandre Ma la "profezia" più incredibile quest'anno ha riguardato Innotech. Il 28 febbraio la Consob ha impugnato (al pari dell'anno prima) il bilancio della società. Nei giorni immediatamente successivi, quindi, il titolo ha inevitabilmente perso quota: -4,26% giovedì primo marzo, -1,40% venerdì e - 4,20% il lunedì successivo. Fin qui tutto ovvio. Meno scontato, invece, è il crollo precedente alla notizia (che era ignota) dell'impugnazione del bilancio: dal 19 febbraio al 27 febbraio il titolo scivola infatti del 10%, senza alcun apparente motivo. Non solo. Il ribasso più forte (-4,34%) avviene proprio il giorno prima della notizia negativa. Cosa può essere successo? La società stessa, contattata, non ha saputo rispondere: un portavoce ha fatto però notare che il titolo Innotech spesso si muove in modo bizzarro. Per esempio nelle settimane successive ha iniziato a volare, tanto che il 13 marzo la società ha diramato un comunicato dicendo «di non essere a conoscenza di fatti o circostanze tali da poter determinare i recenti rialzo del titolo in Borsa». Mistero.Il report che gioca d'anticipo A volte le profezie di Borsa non avvengono con sfere di cristallo, ma con più pratiche e-mail. Il caso di Banca Italease, nel gennaio del 2006, è emblematico. Il 23 gennaio Citigroup divulga un report sulla banca, firmato dall'analista Roberto Casoni, che consiglia di comprare azioni (buy). La Fsa, cioè la Consob inglese, ha però scoperto che dieci giorni prima, cioè il 12 gennaio, lo stesso Casoni aveva anticipato ad alcuni fondi l'imminente uscita del report che avrebbe potuto far salire il titolo Italease. Casoni è poi stato multato dalla Fsa. Ma l'aspetto interessante è il movimento del titolo Italease nelle quattro sedute precedenti alla diffusione dello studio di Citigroup: vola del 12% con scambi pari al 13% del flottante. Possibile che qualcuno abbia approfittato di quella mail? Saranno le Autorità a verificarlo.Una lotta difficile Tutti questi esempi hanno un comune denominatore: il sospetto che alcuni investitori abbiano tratto vantaggio da informazioni privilegiate. La Consob — osservando i regolamenti — non rivela se siano state aperte inchieste, come fanno al contrario altre authority estere. Ieri, per esempio, l'Amf (la Consob olandese) ha annunciato di aver aperto un'inchiesta per insider trading sull'operazione tra Danone e Numico. Sempre ieri, Nyse-Euronext ha ufficializzato un procedimento investigativo su Abn Amro per la stessa ragione. La Consob, in linea con la legge italiana, è molto più riservata. A prescindere dai procedimenti aperti, però, il reato di insider trading (a differenza dell'aggiotaggio) è molto difficile da provare. I casi di condanna, nell'arco degli ultimi dieci anni, si contano sulle dita di una mano. Dal 1996 al 2006 ci sono state tre o quattro sentenze di condanna, meno di dieci patteggiamenti e sei proscioglimenti anche per prescrizione."

Nessun commento: